FINANZA &MERCATI

 
 
 

La RIFORMA
tra WALL STREET
e WASHINGTON

 
HOME DEL DOSSIER

Banche

Derivati

Mercati

Bilancio pubblico e debito

Giudici alla Fed: più trasparenza
nei salvataggi delle banche

di Vittorio Carlini

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
20 marzo 2010

Le banche e la finanza agitano sempre più le acque della politica e di "main street" negli Stati Uniti. Proprio ieri due notizie hanno rinfocolato le polemiche Oltreoceano.

La prima arriva dal Wall street journal che, pescando nel mondo della Lehman Brothers pre-fallimento, ha preso all'amo un'altro esempio di cattiva, se non fraudolenta, gestione della banca. Un'altra possibile prova della volontà del top management di nascondere informazioni e falsare il valore degli asset tossici immobiliari, come ha già mostrato il report voluto dalla corte fallimentare e reso noto pochi giorni fa.

Prima del crack, in Lehman c'era chi denunciava
Il foglio americano ha pubblicato una lettera di un vice presidente del gruppo, tal Matthew Lee, che nel maggio 2008, cioè ben prima del tristemente famoso week end di settembre, metteva in guardia sulla possibilità che il "senior management" avesse violato il codice interno aziendale. In che modo? Semplice: ingannando gli investitori e gli organi di controllo di mercato sul reale valore degli asset. In pratica Lee faceva da eco alle perplessità degli analisti che si domandavano se Lehman non stesse illegalmente posticipando svaluazioni, in modo da non fare apparire le perdite così ampie. Un presa di posizione che Lee ha pagato caro: infatti, lui spedì la lettera al direttore finanziario Erin Callan e al Chief risk officer Chris O'Meara; pochi giorni dopo fu espulso dall'azienda.

Se da un lato, giorno dopo giorno, si alza il coperchio sulla brutta realtà della banca di cui Richard Fuld si sentiva orgoglioso, dall'altro lato il mondo bancario fa quadrato contro una decisione della corte d'appello di New York.

I giudici "contro" la Fed
I giudici di Manhatan, seoondo quanto riportato da Bloomberg, hanno sentenziato, confermando una decisione del tribunale di primo grado, che la Federal reserve americana deve rendere pubblici i documenti che identificano gli istituti finanziari sostenuti dalle operazioni di salvataggio. Cioè, dai bailout messi in campo dal governo di Washington. Una scelta che ha scatenato un putiferio. «Si tratta di un terribile errore - dice Chris Kotowski, analista di Openheimer & Co -. Ogni volta che la Fed deve dare dei fondi a un istituto, dovrebbe sì essere informata la commissione ad hoc del Congresso, ma non il pubblico in generale». Perché? «Sarebbe solo un modo per stigmatizzare la banca - risponde Kotowsky -, per sottoporla ad una critica inutile e generalizzata» che, peraltro, la indurrebbe a non chiedere altri sostegni in futuro. La decisione unanime della Corte d'appello cita, tuttavia l'Us Freedom of Information Act che richiede "la disclosure" del materiale considerato. «La norma - si legge nella sentenza - non permette l'esclusione del Board (della Fed, ndr) da tale obbligo. Se si pensa che tale esenzione è necessaria per l'interesse nazionale, allora dovrebbe essere richiesto un intervento da parte del Congresso». La Fed, dal canto suo, non ha preso bene la decisione e si è riservata l'eventuale ricorso verso la sentenza.

Continuano i fallimenti di banche negli Usa
Che poi il tema delle banche sia sempre una spina nel fianco dell'economia americana non lo dicono soltanto le difficoltà che la riforma, ormai annacquata, voluta da Barack Obama sta incontrando al Congresso. Non è solo quello. Ci sono anche i dati dei continui fallimenti di banche, soprattutto locali. Dall'inizio dell'anno sono saliti a 37. Venerdì scorso altre quattro banche (in Georgia, Alabama e Minnesota) sono state chiuse . Una passaggio che costerà circa 599 milioni di dollari.

Germania divisa sulla Grecia (di Beda Romano)
Ultimatum di Atene alla Ue, altrimenti c'è l'Fmi (di Vittorio Da Rold)
Anche il calcio greco rischia il fallimento, sommerso da 222 milioni di debito (di V. Da Rold)
EDITORIALE / Alla Grecia non serve la camicia di Forza (di Roberto Perotti)
DOSSIER / Qui Grecia

20 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-